Newsletter Ecuador - Febbraio 2006

Sommario:

Missione in Ecuador di Seniores Italia

'Seniores Italia: Partner per lo Sviluppo' ONLUS è la maggiore organizzazione italiana no profit di volontariato professionale italiano. Il suo scopo è quello di mobilitare dirigenti industriali, professionisti quadri, esperti e specialisti in pensione per contribuire alla cooperazione internazionale a favore dei Paesi in via di sviluppo tramite attività di formazione dei responsabili locali con azioni di consulenza, ricerca e relativa assistenza tecnica in campo agricolo, industriale, artigianale, bancario, energetico, infrastrutturale, socio-sanitario, urbanistico. In concreto, vengono trasferite tramite missioni a breve termine competenze altamente qualificate, principalmente nei vari settori dell’economia, nella formazione professionale, nella manutenzione industriale e nei programmi di riabilitazione gestionale.

Il 10 marzo una di queste missioni avrà inizio; e sarà in Ecuador, presso il FEPP. A partire è il dr. Cesare Taviani. Esperto di politiche di sviluppo e cooperazione internazionale, di progettazione, di monitoraggio e valutazione di progetti, di organizzazione, amministrazione e controllo di gestione, da più di 30 anni lavora nell’ambito delle ONG (Organismi Non Governativi), con particolare attenzione all’America Latina. Lo scopo della sua missione sarà quello di dare un sostegno nella strutturazione delle imprese del Gruppo Sociale FEPP che, oltre a fornire servizi ai settori popolari, hanno un ruolo importante nella formazione delle organizzazioni campesine, afroecuatoriane, indigene e urbano-marginali con cui lavorano. Allo stesso tempo, gli verrà affidato l’incarico di aiutare nella definizione di tali processi di formazione. Il lavoro sarà realizzato in collaborazione con una delle imprese del GSFEPP, la Escuela de Formacion Empresarial (EFE).

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Camari. Un dono per i campesinos

Wilma AllaucaIn lingua quicha significa "dono". E' Camari (www.camari.org), organizzazione non governativa fondata nel 1981 su iniziativa del Fepp per tentare di risolvere il problema della vendita dei prodotti agricoli ed artigianali dei piccoli produttori ecuadoriani.

"Camari nasce con l'intento di aiutare los pequeños productores nella produzione e commercializzazione dei loro prodotti", ci spiega Wilma Allauca, responsabile per il commercio estero in visita a Cassa Padana al fine di cercare, tramite la società Archenatura, nuovi sbocchi commerciali. Per i piccoli produttori ecuadoriani, infatti, l'aspetto della commercializzazione rappresenta un grosso ostacolo: non disponendo di grosse quantità di prodotto i costi di trasporto e vendita assumono cifre troppo gravose. Intento di Camari è, dunque, facilitare i campesini evitando i passaggi degli intermediari e trovare una strada che possa lasciare loro buona parte del reddito.

Inizialmente orientata ad una commercializzazione locale dei prodotti campesini, Camari è andata sviluppandosi, dal 1987, sul terreno estero fino al passo del 1991 volto ad un miglioramento nella qualità stessa della catena produttiva. "Stiamo ora cercando di estendere i confini del nostro mercato:"- spiega Allauca -"attualmente esportiamo in Spagna, Svizzera, Germania ed Italia, la nostra principale risorsa; ma vorremmo estendere il nostro bacino anche all'Olanda ed alla Svizzera, realtà ancora esterne alla nostra rete equo-solidale".

Un progetto impegnativo dunque, ma soprattutto una mission quella di Camari, impegnata assiduamente nella sensibilizzazione e promozione dello sviluppo umano e del sustentamento dei piccoli produttori (sono ben 6500 le famiglie interessate) affinchè possano vivere degnamente della loro occupazione. Molto lavoro attende Camari per diffondere il più possibile la cultura dell'equo-solidale e veicolare il concetto che chi compra un prodotto equo solidale non fa un gesto di carità, ma di giustizia, riconoscendo ai lavoratori del Sud del Mondo un compenso che non li affama.

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“Una Barcaza per migliorare la vita delle comunità lungo il rio Napo”

Le 25 comunità kichwa che vivono lungo il rio Napo da alcuni mesi hanno un’imbarcazione come simbolo della loro integrazione con il mondo esterno.
La ‘Barcaza’ è considerata il mezzo di trasporto di persone e merci più importante della zona. Con una capacità di carico di 1200 quintali permette infatti la mobilitazione di più di 2000 persone che risiedono in 360km.

Un percorso che va da El Coca fino al confine internazionale con il Perù, della durata di 11 giorni, uno di andata e 10 di ritorno, con fermata nelle varie comunità. Si tratta di un progetto con vari obiettivi. Oltre a trasportare i passeggeri, infatti, è anche una barca ‘mercato’ che vende prodotti di prima necessità, per rendere più dinamico il commercio della zona. Da olio e zucchero fino a stivali, machete e altri 150 prodotti. Ed è anche un centro di raccolta. Le comunità hanno infatti l’opportunità di vendere i loro prodotti: mais, riso, manì che vengono poi trasportati al mercato di Quito. Per diversificare il servizio si è pensato di costruire anche una cella frigorifera, che renda possibile il trasporto della carne.

Il progetto è stato idealizzato da Josè Miguel Gòldaraz, un missionario cappuccino ed ha avuto il sostegno economico della Conferenza Episcopale Ecuadoriana e del FEPP. Un’iniziativa senza dubbio importante, ma che fatica a decollare perché i costi per la mobilizzazione della barca, paragonati al rendimento economico della commercializzazione dei prodotti, sembrano non essere abbastanza redditizi.

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Non sono tutte rose e fiori

Intorno alla cittadina di Cayambe, sull'altipiano andino, ai piedi del ghiacciaio del vulcano omonimo, si concentra un terzo delle piantagioni di fiori dell'Ecuador. Sulla linea equatoriale, a 2800 metri d'altitudine si producono le condizioni di luminosità e temperatura ideali per la crescita delle più belle rose del pianeta. Più poeticamente, secondo gli ecuadoriani la ragione per cui le rose nel loro paese crescono così alte e dritte è che tentano di raggiungere il sole equatoriale, dritto sopra di loro.

In pochi anni, partendo da zero, l'Ecuador è diventato il secondo esportatore di fiori (per i due terzi rose) dell'America latina; un business da 350 milioni di dollari, superato solo da petrolio e banane, e che ha scavalcato il cacao. Le serre floricole si perdono a vista d'occhio.

Ma c’è un lato meno romantico nell’industria dei fiori in Ecuador (come da qualsiasi altra parte). Sembra infatti che tale performance, per un prodotto così delicato, sia stata possibile solo con un impiego massiccio di organo-fosfati e pesticidi vietati. Se si considera che solo 42 delle quasi 400 aziende floricole ecuadoriane sono certificate ambientalmente si fa in fretta a capire come il 65% dei lavoratori della floricoltura evidenzi disturbi di varia gravità per le fumigazioni applicate sistematicamente all'interno delle serre.

Si parla poi di impiego di lavoro minorile, di licenziamenti ingiustificati dovuti magari solo al tentativo di formare un sindacato, di salari poco dignitosi (la paga base in tutto il settore è di 1 dollaro l’ora). Così, per internet, si diffonde il volantino-appello dei lavoratori della «Rosas del Monte»: «A San Valentino non regalare rose ecuadoriane, piene di ingiustizia e di veleni chimici». Come dire, non sono tutte rose e fiori.

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“Economia futura alternativa. Il commercio equo e solidale”

Mercoledì 22 marzo, alle ore 16,00 si terrà a Roma presso la ‘Casa Internazionale delle donne’ un incontro dal titolo “Economia futura alternativa. Il commercio equo e solidale”. All’incontro parteciperà il dr. Paolo Grignaschi, Direttore della Federazione delle BCC del Lazio Umbria Sardegna, che presenterà il progetto 'Microfinanza Campesina' all'interno di un intervento su ‘Il microcredito in Ecuador’.

Gli altri interventi, moderati da Mirella Converso (Giornalista RAI TG3), verteranno sul rapporto tra Commercio Equo e Solidale e politica, Amministrazione locale e scuola. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.casainternazionaledelledonne.org.

'Economia futura alternativa. Il commercio equo e solidale'.
A Roma il 22 marzo presso la 'Casa Internazionale delle donne', Via della Lungara 19.
Organizzano le Botteghe del Mondo: Quinoa e Tupingimatangi.


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