Newsletter Ecuador - Giugno 2006

Sommario:


Coppa del mondo 2006 - Una storica 'Tricolore'

“Gracias Ecuador, eres grande”. Grazie Ecuador, sei grande.

Così i tifosi ecuadoriani accolgono il rientro a Quito della loro nazionale, la Tricolore, che ai mondiali in Germania ha raggiunto una storica qualificazione agli ottavi di finale. Battendo Polonia e Costa Rica, per la prima volta nella sua storia l’Ecuador è infatti approdato alla seconda fase della Coppa del Mondo, dove è stata battuta dall’Inghilterra. Ma la gente ha continuato a festeggiare anche dopo l’eliminazione, ringraziando orgogliosamente la squadra per la grande partecipazione. E all’aeroporto Mariscal Sucre erano in migliaia ad aspettare gli eroi del momento e ad accompagnarli tra gli applausi in una sfilata per le principali vie della città, sventolando bandiere tricolori: rosso, blu, giallo.

Con un comunicato stampa anche il Presidente Palacio ha inviato un ringraziamento ai giocatori della nazionale per la loro lotta e impegno nell’ultima partita persa 1-0 contro gli inglesi. “Il paese è orgoglioso di ognuno di voi” ha aggiunto, “e questo spirito combattivo ha lasciato una grande lezioni a tutti gli ecuadoriani”.

Un riconoscimento, quello del Governo, che non si limita alle parole. Palacio ha infatti comunicato che saranno realizzati progetti di sviluppo a beneficio de El Juncal, terra di origine di molti dei giocatori ecuadoriani. El Juncal, un piccolo villaggio nella Valle del Chota, appartiene alla provincia andina di Imbabura, una delle regioni meno sviluppate dell’Ecuador. Il piano prevede opere nel settore dell’acqua potabile, delle infrastrutture e un sostegno alla fondazione di Agustìn Delgado, uno dei migliori giocatori della Tricolore. O come dicono gli ecuadoriani, la Tri.

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Seconda missione di Archenatura in Ecuador 

Giulio Napolitano, responsabile di Archenatura, e Alberto Gritti, tecnico agrario, hanno effettuato la seconda missione nell’ambito del Progetto Agricolo, un progetto portato avanti dalla Fondazione Tertio Millennio con l’obiettivo di aiutare le famiglie campesine di 3 province ecuadoriane attraverso la diffusione di ‘Fincas integrali’ che permettano di introdurre un nuovo tipo di agricoltura sostenibile, dalla quale ottenere miglioramenti sostanziali nella qualità di vita delle persone.
Al loro ritorno gli abbiamo fatto qualche domanda.

Cosa si intende esattamente per “Finca Integral?”

Il termine indica una famiglia contadina che possa disporre in modo integrato di coltivazioni di cereali e di ortaggi, di piccoli animali domestici come galline, conigli, cuyes (porcellini d’india) e di mucche, capre o suini, sia per la produzione di materie prime come latte e carni ma anche, per realizzare prodotti come formaggi o insaccati. Il tutto, dove possibile, attraverso sistemi di coltivazione biologici: la finca deve avere un ciclo di vita autonomo e continuo, per esempio avendo i coltivi giusti per nutrire in modo corretto non solo le persone ma anche gli stessi animali.

Da dove nasce l’idea delle “Fincas Integrales”?
È frutto dell’esperienza che il FEPP nel tempo ha maturato e cercato di sviluppare nei territori più poveri e difficili dell’Ecuador. Come tutte le idee semplici essa è frutto di un processo di elaborazione lungo e complesso al quale siamo lieti di aver collaborato e partecipato. Il nostro piccolo progetto ha avuto infatti come primo importantissimo risultato l’aver contribuito, con una forte spinta, a far maturare questa idea nella organizzazione del FEPP.

Che problemi avete riscontrato?
Uno dei principali problemi delle fincas è la cattiva qualità delle sementi. Si tratta di una questione fin’ora non affrontata dai tecnici del FEPP, più concentrati invece sulla selezione delle piante native per la riforestazione e per la creazione di microclimi all’interno delle Fincas. Ma a questo punto anche loro concordano che la priorità è rappresentata proprio dalle sementi. E’ un tema difficile, perchè richiede un lungo lavoro di selezione dei semi, attività che, ad esempio, in Europa è portata avanti da grandi centri di ricerca privati e pubblici. La nostra proposta è di fare in modo che all’interno delle singole “fincas integrali modello” si sperimentino delle selezioni semplici e pratiche sugli ortaggi e che nel tempo le selezioni effettuate vengano utilizzate anche per i coltivi dei vicini. 

Ci sono stati miglioramenti rispetto a un anno fa?
Senz’altro. Certo, ci sono anche casi di ‘fallimenti’, di Fincas che sono uscite dal progetto (a volte solo temporaneamente) perchè, ad esempio, morose nei confronti di Codesarrollo. Sappiamo bene che i tempi di sviluppo in una realtà come quella dell’Ecuador sono lunghi e complessi, ma abbiamo trovato la gente più consapevole, e quindi più volenterosa di cambiare.
Il modello pratico della Fincas è sempre più apprezzato e richiesto. Si tratta di una proposta partita in alcune aree ‘pilota’ ed ormai estesa a tutte le provincie dell’Ecuador dove opera il FEPP.

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Ethnoland Cup - Ecuador in finale

Un campionato di calcio pulito. Un torneo dell'integrazione. A Milano è partita la seconda edizione del torneo "Ethnoland Cup", nato su iniziativa della Fondazione Ethnoland (che ha ripreso l’esperienza dei tornei Milano-Mondo disputati dal 1999) proprio con l’intento di promuovere, attraverso il calcio, una cultura sportiva e della legalità tra gli immigrati, per proporre un patto di civiltà con Milano e con tutti i cittadini milanesi aiutando a superare le barriere e le diffidenze.

Sono state 15 le squadre nazionali coinvolte e 400 gli atleti immigrati, residenti sul territorio milanese, che si sono confrontati sui campi per giocare, conoscersi e integrarsi. Le partite, iniziate a maggio, hanno visto ‘scontrarsi in campo’ le squadre di Albania, Algeria, Argentina, Bolivia, Brasile, Capo Verde, Colombia, Ecuador, Egitto, El Salvador, Mauritius, Marocco, Perù, Romania e Senegal. Sono rimaste le più forti: Algeria, Perù, Bolivia ed Ecuador che si sono contese la coppa domenica 2 luglio alle 16.00 all’Arena civica di via Byron, dopo la tradizionale amichevole con la squadra del Consiglio Regionale della Lombardia. Le formazioni latinoamericane hanno sempre conquistato il trofeo: l'Ecuador ha portato a casa la coppa già quattro volte.

Nei parchi milanesi tutte le domeniche si giocano tornei multietnici spontanei nei quali sono coinvolte anche squadre di italiani e squadre miste. Tutti assieme si incontrano per giocare a pallone, che non è soltanto un modo per passare il tempo libero ma per loro un modo per integrarsi, uno stile di vita che consente di salvare molti giovani dalla strada. E' per questo motivo che Ethnoland vuole creare un federazione calcistica degli immigrati. "Lo sport è un modo per promuovere l'integrazione e la cultura della legalità. Cercheremo di avere un centro sportivo con la scuola calcio per bambini per farli giocare in modo regolare", promette Otto Bitjoka, imprenditore nato in Camerun e ormai cittadino italiano da molti anni. E' stato lui a promuovere questa Ethnoland Cup, che prende il nome dalla sua società. Bitjoka aggiunge: "I ragazzi delle seconde generazioni hanno molto tempo libero e nessuno pensa a come occuparlo. Questo può essere rischioso, bisogna sviluppare nuove forme di aggregazione. Lo sport aiuta a superare barriere e diffidenze insuperabili nella vita di tutti i giorni".

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La recente evoluzione della microfinanza

Un’altra tesi è stata fatta sulla microfinanza, con particolare approfondimento del progetto Microfinaza Campesina. Ce la racconta il suo autore, Salvatore Salvo, neolaureato in Economia e Commercio presso l’Università di Catania.

“La mia tesi di laurea, dal titolo 'La recente evoluzione della microfinanza' si svolge attraverso quattro parti con le quali ho cercato di guardare il mondo della microfinanza da quattro angoli diversi. Nel primo capitolo ho ritenuto praticamente imprescindibile parlare del prof. Yunus, ideatore del microcredito. Nella stesura di questa parte non ho potuto evitare riferimenti alla sua biografia “Il banchiere dei poveri”, nella quale vi sono molti spunti interessanti come i fondati attacchi al sistema creditizio locale e non solo. La seconda parte del suddetto capitolo si concentra invece su Grameen Bank. In tale sezione tratto dei flussi finanziari dell’istituto, attraverso la lettura dei report annuali, in modo da mettere in evidenza come i poveri possano essere considerati soggetti bancabili e di come l’attività creditizia possa essere effettuata anche in territori perennemente devastati da calamità naturali e che mettono continuamente sotto pressione il debole tessuto economico della aree rurali del Bangladesh.

Il secondo capitolo del mio lavoro si concentra innanzitutto sulla Microcredit Summit Campaign, mettendo in evidenza i grandiosi risultati raggiunti dal microcredito e non nascondendo una certa ammirazione verso chi si occupa del continuo monitoraggio dei dati e della coordinazione delle azioni. La seconda parte di tale capitolo verte sull’ONU, sulle attività intraprese e ripercorre, attraverso la lettura dei documenti e delle risoluzioni, le azioni messe in atto.

La terza parte dello stesso cerca di sollevare, ancora una volta, il problema della cronica mancanza di dati sull’impatto socio-economico citando, a tal proposito, la performance sociale, concetto che si è rapidamente diffuso negli ultimi due anni. Il terzo capitolo verte sui servizi collaterali al microcredito. Nella fattispecie ho trattato della microassicurazione, del microleasing e del poco noto village phone. Analizzo in questo terzo capitolo il funzionamento di tali strumenti: i primi due sono servizi che nei Paesi sviluppati sono molto diffusi, al contrario che nei PVS; per quanto riguardo il village phone, altro non è che la fornitura di un servizio di telefonia agli abitanti dei villaggi, i quali possono utilizzare un cellulare come se fosse una cabina telefonica.

Il quarto capitolo verte, infine, sul progetto Microfinanza Campesina operante in Ecuador a sostegno della cooperativa Codesarrollo; tale progetto è l’unico esempio di relativa dimensione all’interno del panorama italiano. Grazie ai dati presenti on-line e all’aiuto dell’ Ufficio Relazioni Internazionali di ICCREA Holding e del dott. Geovany Cardoso, direttore generale di Codesarrollo, sono riuscito a fornire un quadro storico completo dello status attuale del progetto. I dati forniti mostrano sicuramente una situazione positiva e spingono a continuare in tale direzione, auspicando un maggiore impegno da parete di altri operatori del settore.”

L’intera tesi sarà disponibile sul sito del progetto.

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